Qualche tempo fa ho scritto un articolo sul ruolo fondamentale che la pubblicità cartacea riveste ancora oggi in un mondo in cui il digitale sembra occupare l’intera scena.

Questa volta, invece, ti parlerò più nello specifico del volantino e di come esso sia entrato nella cultura popolare, fino ad influenzare il corso degli eventi storici, oltre a dettare le leggi della pubblicità.

Il volantino per le campagne politiche e militari


Può avere un volantino cambiato la storia dell’umanità? Secondo molti sì.

Un discreto numero di studiosi, infatti, sostiene che persino le famose 95 tesi di Lutero non siano state altro che un semplice volantino affisso alla porta di una chiesa tedesca.

Successivamente, nel 1765, l’esigenza di raggiungere in modo capillare una comunità locale attraverso un mezzo di comunicazione chiaro e immediato si manifestò ai due lati dell’Atlantico, quando il congresso USA utilizzò dei volantini per cercare di ottenere l’appoggio dei coloni americani che si erano adunati per protestare contro lo Stamp Act, ovvero una tassa sui prodotti di stampa da pagare in valuta britannica e non nella moneta utilizzata dai coloni americani.

Il carattere politico dei primi utilizzi del flyer lo accompagnò anche nel secolo scorso, quando il celebre scrittore e aviatore Gabriele d’Annunzio li utilizzò durante la Prima guerra Mondiale, precisamente il 9 agosto 1918, quando, su sua richiesta, nove biplani Ansaldo dell’ottantasettesima squadriglia sganciarono cinquantamila volantini sulla città di Vienna contenenti un’esortazione provocatoria alla resa e celebravano i colori del tricolore.

Che l’idea del Vate non fosse destinata a diventare fuori moda lo dimostra quanto accaduto di recente nella penisola coreana: la mattina del 15 agosto 2017, un gruppo di fuoriusciti nordcoreani denominati “Combattenti per la liberazione della Corea del Nord” inviò circa trecentomila volantini anti-Pyongyang tramite palloni gonfiati ad elio. I volantini accusavano il regime nordcoreano di avere avuto un ruolo nell’assassinio del fratellastro del leader, kim Jong-nam, nel febbraio precedente e il cui regime veniva aspramente criticato per i test nucleari e missilistici.

Anche la Corea del Nord avrebbe lanciato, lo stesso giorno, più di cento volantini rinvenuti in diverse località del confine sudcoreano, naturalmente pro-Pyongyang. 

Il volantino, non solo propaganda


Le grandi potenzialità e l’ottima resa dello strumento volantino non tardarono a renderlo protagonista anche in ambito pubblicitario e propagandistico intorno agli anni ’60-’70, soprattutto negli Stati Uniti e in Inghilterra, dove assunse il tipico layout che grossomodo mantiene ancora oggi. Particolare oggetto di culto dell’epoca sono i volantini con cui i Beatles pubblicizzarono il loro world tour, prime icone musicali in assoluto a farlo. 

Metodo pubblicitario veloce, a tiratura limitata, spesso distribuito porta a porta, serve ad informare i consumatori di un determinato prodotto, evento, idea, progetto, oggetto, e si afferma principalmente anche per i costi estremamente contenuti (a fronte di una qualità di stampa generalmente bassa di cui esempio fu il ciclostile).

Il larghissimo uso del volantino come strumento di marketing ne ha imposto, ovviamente, anche una dettagliata regolamentazione. Infatti, affinché il volantinaggio sia considerato legale, occorre fare una importante distinzione tra: 

  • volantinaggio a mano (hand to hand) ed
  • in cassetta postale (door to door)

Mentre il volantinaggio a mano non è ottemperante con alcune ordinanze comunali, il volantinaggio in cassetta postale rientra in quella che può essere considerata posta non indirizzata, lecita quindi secondo tutte le leggi. In riferimento alle ordinanze comunali, sappiamo che in molti Comuni italiani forme di distribuzione di volantini sono disciplinate da ordinanze comunali le quali ne stabiliscono l’illegittimità o meno, o ne assoggettano l’attività al pagamento di una tassa.

Infatti nelle grandi città per svolgere il volantinaggio a mano (hand to hand) è necessario pagare una tassa sulla pubblicità, che va dai 5 € al giorno per ogni ragazzo utilizzato nella distribuzione dei comuni di Milano e Napoli, ai 5 centesimi di euro a volantino distribuito a Roma. Caso raro, invece, è il comune di Genova che nel 2004 ha vietato il volantinaggio a mano, mentre il volantinaggio sulle automobili è vietato in quasi tutti i Comuni d’Italia. 

E il digitale?


Nel 2020, anche di fronte all’avvento del marketing digitale, il volantino è ancora lì e sembra imperturbabile, anzi!

Proliferano sul web siti ed app con lo scopo di raccogliere i volantini del momento, soprattutto quelli della grande distribuzione, per orientare al meglio noi,  i buyers di tutti i giorni.

Sarà per quel suo stile un po’ urbangrunge o per il fatto che ci raggiunge un po’ dappertutto alimentando il passaparola, ma possiamo affermare con certezza che lui, il banco di prova della globalizzazione l’ha superato alla grande.

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Alcune immagini appartengono a Google

Articolo di ANGELA

Traduttrice per passione, dal 2015 madre di Costanza. Una creativa con la valigia in mano. Collezionista compulsiva di libri che non avrò mai il tempo di leggere. esposito_ngl@yahoo.it

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